ERA NUCLEARE (ORA NON LO E' PIU')

ERA NUCLEARE (ORA NON LO E' PIU')

sabato 9 aprile 2011

STUDIO EPIDEMIOLOGICO "KiKK" COMMISSIONATO DAL GOVERNO TEDESCO SULLE POPOLAZIONI VICINE ALLE CENTRALI NUCLEARI

Esistono forti dubbi sulla effettiva competenza dei politici che stanno prendendo una decisione, a mio giudizio scellerata, poichè difronte alle possibili gravi ripercussioni sulla salute pubblica dovrebbe vigere il principio di cautela. Appaiono invece molto sicuri Romani e Prestigiacomo nell'andare avanti col progetto nucleare in Italia, dopo una "pausa di riflessione di un anno". "Le nostre centrali saranno sicure" dicono. Ma ponendo anche l'eventualità che fossimo in grado di garantire la perfetta esecuzione di tutte le fasi di lavorazione, che non ci saranno forniture "obbligatorie" come già accade dovunque in Italia nei lavori pubblici, di cemento proveniente dalle cave sotto il diretto controllo della criminalità organizzata e ipotizzando un loro funzionamento regolare, senza incidenti, siamo sicuri che la salute pubblica sarà garantita? Vediamo in base agli studi piu' recenti quale rischio comporta il vivere vicino ad una centrale nucleare.

Gli studi epidemiologici piu' recenti hanno riguardato soprattutto tumori in bambini nei primi anni di vita, per due motivi:

1) L'esposizione alle radiazioni in utero nei primi mesi di gravidanza e' particolarmente nociva, essendo l'embrione ed il feto in rapido accrescimento molto vulnerabili al danno radioattivo, dunque gli effetti delle radiazioni possono essere rilevati piu' facilmente se si studiano bambini nei primi anni di vita;

2) Studiando l'effetto delle radiazioni sui bambini nei primi anni di vita, si elimina l'interferenza di tutti gli altri agenti cancerogeni ai quali possono essere esposti gli adulti nel corso degli anni. Peraltro gli adulti, col passare degli anni, vanno incontro ad un significativo aumento dell'incidenza di tumori facilitato dall'invecchiamento, incidenza che invece e' estremamente bassa nei bambini.

Lo studio piu' importante degli ultimi anni, pubblicato nel 2008, e' stato condotto in Germania ed e' conosciuto con l'acronimo KiKK (Epidemiologische Studie zu Kinderkrebs in der Umgebung von Kernkraftwerken, ovvero Studio Epidemiologico sui Tumori dell'Infanzia nelle Vicinanze di Centrali Nucleari) http://www.bfs.de/en/kerntechnik/kinderkrebs/kikk.html. Contrariamente ai precedenti studi, numericamente molto piu' limitati, lo studio KiKK ha individuato 1592 casi di tumore (esclusa la leucemia), diagnosticati tra il 1980 e il 2003 in bambini di eta' inferiore ai 5 anni, i quali sono stati paragonati a 4750 bambini senza tumore (3). E' stata studiata la relazione tra tumori e distanza dalla centrale, nelle zone circostanti a tutte le centrali nucleari esistenti in Germania (Figura 3).

img

Figura 3: tutte le centrali nucleari esistenti in Germania, incluse nello studio KiKK. (8)

Lo studio ha individuato nelle stesse aree anche 593 bambini con leucemia, diagnosticata nello stesso periodo, e li ha paragonati a 1766 bambini senza leucemia (4).

Questo studio e' molto importante proprio perche', con l'enorme numero di casi studiati, e' in grado di provare la significativita' statistica dell'aumento di tumori solidi e di leucemie che e' stato osservato nelle aree studiate. Invece tanti studi precedenti, con un numero molto inferiore di casi, pur avendo rilevato un'aumento di tumori, sono stati inconcludenti perche' il numero di casi era troppo basso per poter dimostrare che le differenze osservate erano reali (statisticamente significative) e non casuali.

Quali sono i risultati dello studio KiKK?

Nei bambini d'eta' inferiore a 5 anni che vivono entro i 5 km da una centrale nucleare, paragonati con bambini della stessa eta' che vivono ad una distanza maggiore, e' stato dimostrato un aumento del rischio di leucemia che e' di 2,2 volte, mentre per i tumori solidi l'aumento e' di 1,6 volte. I risultati sono di una significativita' statistica tale che e' estremamente improbabile che essi siano dovuti al caso. Il rischio di leucemia nello stesso studio e' risultato essere piu' elevato anche in un raggio di 10 km dalla centrale. Tutto questo senza che ci sia evidenza di incidenti nelle 16 centrali tedesche, e senza che siano stati identificati altri fattori che possano aver contribuito all'aumento del rischio.

Lo studio KiKK, dal momento della sua pubblicazione, ha ricevuto un'attenzione enorme sui media in Germania, stimolando un approfondito e prolungato dibattito tra la popolazione tedesca, ma non ha ancora ricevuto altrove l'attenzione che invece merita. Si comprende dunque l'immediata decisione della Germania di chiudere le centrali piu' vecchie subito dopo il disastro di Fukushima.

La maggiore incidenza di leucemia vicino alle centrali e' stata confermata anche da una recente metaanalisi (analisi complessiva dei dati di tutti gli studi giudicati validi che esistono sull'argomento).

Questa metaanalisi ha incluso i dati di 17 studi effettuati in tutto il mondo e riguardanti le aree vicine a ben 136 centrali nucleari in Gran Bretagna, Francia, Stati Uniti, Germania, Giappone e Spagna. Nei bambini fino a 9 anni d'eta', il numero di morti dovute a leucemia e' risultato essere dal 5 al 24% piu' elevato e l'incidenza di leucemia e' risultata essere dal 14 al 21% piu' elevata (5).

Durante il normale funzionamento di una centrale nucleare, le emissioni radioattive nell'aria sono quelle che determinano la dose maggiore alla quale vengono esposti gli abitanti delle aree limitrofe. Queste emissioni contengono soprattutto H-3 (trizio) come vapore acqueo radioattivo, C-14 come anidride carbonica radioattiva, e gas nobili radioattivi (Kr, Ar e Xe).

La Figura 4 mostra la relazione tra distanza dalla centrale in Km e la concentrazione di trizio nell'aria (da rilevazioni fatte nelle vicinanze di reattori canadesi).

img

Figura 4: la concentrazione di trizio nell'aria aumenta con la vicinanza alla centrale. (8)

E' anche dimostrato che queste emissioni causano piu' elevate concentrazioni di radionuclidi (Figura 5) nel terreno, sulla vegetazione e negli alimenti (da agricoltura e bestiame) prodotti entro un certo raggio dalle centrali nucleari (in base a rilevazioni fatte nelle vicinanze di centrali in Canada).

img

Figura 5: la concentrazione di trizio nel terreno, sulla vegetazione e negli alimenti aumenta con la vicinanza alla centrale. (8)

La relazione tra concentrazioni di trizio e distanza dalla centrale osservata in questi studi e' molto simile alla relazione riscontrata nello studio KiKK tra rischio di tumore e distanza dalla centrale.

Sebbene la dose di radioattivita' stimata con procedimenti molto complessi (da 10-2 a 10-4 mSv all'anno) sia stata considerata nel passato troppo bassa per causare tumori, in alcune fasi del normale funzionamento delle centrali le emissioni radioattive aumentano improvvisamente. Infatti e' stato provato un aumento periodico dell'emissione di carbonio e idrogeno radioattivi, in forma di anidride carbonica e vapore acqueo, messo in relazione all'apertura dei reattori che avviene ogni anno per sostituire il combustibile nucleare (Figura 6).

img

Figura 6: il rilascio di C-14 da una centrale nel sud della Germania (Neckarwestheim 2) misurato ogni 3 mesi. Si notino gli improvvisi aumenti con cadenza annuale. (8)

Dopo la pubblicazione dello studio KiKK, anche negli Stati Uniti, su richiesta della U.S. Regulatory Commission, sta per essere avviato dalla National Academy of Sciences uno studio sul rischio di tumore nelle vicinanze di centrali nucleari (6).


 Vorrei dunque dirla ai cosiddetti Ministri Romani e Prestigiacomo con le parole di Ludwig Wittgenstein (Figura 7) il quale, nel suo Tractatus Logico-philosophicus, ha scritto:

«Cio' che si puo' dire si deve dire chiaramente; e su cio' di cui non si e' in grado di parlare si deve tacere».

img

Figura 7: Ludwig Wittgenstein (1889-1951)



3. Kaatsch P, Spix C, Schulze-Rath R, Schmiedel S, Blettner M: Leukemias in young children living in the vicinity of German nuclear power plants. Int J Cancer 2008, 122:721-726.
4. Spix C, Schmiedel S, Kaatsch P, Schulze-Rath R, Blettner M: Casecontrol study on childhood cancer in the vicinity of nuclear power plants in Germany 1980-2003. Eur J Cancer 2008, 44:275-284.
5. Baker PJ, Hoel D: Meta-analysis of standardized incidence and mortality rates of childhood leukemias in proximity to nuclear facilities. Eur J Cancer Care 2007, 16:355-363.
6. U.S. Nuclear Regulatory Commission: Office of Public Affairs. No. 10-060; April 7, 2010. NRC ASKS National Academy of Sciences to Study Cancer Risk in Populations Living Near Nuclear Power Facilities.
7. http://www.telefree.it/news.php?op=view&id=88740
8. Fairlie I. Commentary: childhood cancer near nuclear power stations. Environ Health. 2009 Sep 23;8:43.

Nessun commento:

Posta un commento