ERA NUCLEARE (ORA NON LO E' PIU')

ERA NUCLEARE (ORA NON LO E' PIU')

martedì 14 giugno 2011

GRAZIE ITALIA! NUCLEARE ADDIO X SEMPRE E CON TE ADDIO ALLA CULTURA DELLA MORTE COME PROFITTO

Quorum raggiunto. Nucleare addio per sempre


News - 13 giugno, 2011
Grazie Italia! Grazie ai milioni di cittadini che ieri e oggi sono andati a votare al Referendum contro il nucleare, abbiamo raggiunto il Quorum. Nonostante le manovre del Governo e nonostante la scarsa attenzione della televisione, ce l’abbiamo fatta.

Gli italiani hanno dimostrato grande responsabilità e hanno ribadito - votando in massa al Referendum - di volere decidere del proprio futuro, in particolare su un tema come quello del nucleare che impegnerebbe il Paese per centinaia di anni.

Raggiungere il quorum ai Referendum, per la prima volta dopo sedici anni, è un risultato storico. Solo poche settimane fa sembrava una sfida impossibile.
Noi di Greenpeace siamo fieri di essere stati in prima linea in questa campagna.
Orgogliosi di aver sostenuto la protesta de ipazzisietevoi.org.
Felici di aver contributo alla vittoria della società civile, dei Comitati, delle associazioni e delle centinaia di migliaia di persone che spontaneamente si sono mobilitate sul territorio e attraverso il web per informare e convincere gli elettori dell'importanza di andare a votare.

Sono passati quasi venticinque anni dal Referendum del 1987 e l'Italia ribadisce ancora e definitivamente il proprio No al Nucleare. Ora è il momento di una rivoluzione energetica. Facciamo ripartire l’Italia con le rinnovabili e l’efficienza energetica.

I PRIMI EFFETTI POSITIVI DEL REFERENDUM

Referendum, la Borsa va in anticipo
boom dei titoli delle energie alternative

Il mercato scommette sin dalla mattina sull'ottenimento del quorum: in una giornata di stallo dei listini, corrono Enel Green Power e le piccole società delle rinnovabili, ma anche le aziende del settore idroelettrico

di LUCA PAGNI MILANO - Anche la Borsa festeggia il risultato del referendum. In una giornata priva di spunti e con Piazza Affari che ha chiuso in sostanziale pareggio (-0,1% a fine giornata per l'indice principale), hanno brillato le società quotate attive nel settore delle energie rinnovabili.

Ma cosa ha portato gli operatori a comprare titoli della green economy? Di sicuro, non è stato l'improvvisa consapevolezza di una coscienza verde anche tra gli investitori professionali. Più che altro, si è trattato di una mossa speculativa azzeccata. Dando per scontato l'esito favorevole del referendum contro il nucleare, già questa mattina subito dopo l'apertura, gli operatori hanno cominciato a comprare azioni delle rinnovabili. Scommettendo, di fatto, sul raggiungimento del quorum.

Una scommessa azzeccata. Ne hanno beneficiato tutte le aziende che fanno di solare ed eolico la loro attività principale. A cominciare da Enel Green Power, la principale società del settore in cui l'ex monopolista elettrico ha raccolte tutte le attività nelle "energie verdi": a fine seduta i titoli hanno chiuso a + 1,41%, dopo essere saliti nel corso della giornata anche del 3 per cento. Del referendum hanno tratto beneficio anche società a capitalizzazione più modesta, alcune con guadagni a doppia cifra: Falck Renewables è salita dell'1,51 per cento, Alerion +3,16 per cento, TerniEnergia +3,31 per cento. ErgyCapital +14,24 per cento, Kr Energy +15,62 per cento, Eems +7,82 per cento, Kerself +14,04 per cento.

Ma il mercato ha premiato anche le società del settore elettrico che dispongono di impianti idroelettrici, come Edison (+3,57 per cento) e la controllante A2a (+1,63%). Più difficile, invece, interpretare gli orientamenti della Borsa nei confronti delle società attive nel settore idrico. Le due utility principali, l'emiliano-romagnola Hera e Iren (attiva in Liguria, Piemonte ed Emilia) sono prima calate, perdendo un paio di punti percentuali, salvo poi recuperare a fine seduta attorno alla parità. Spiegazione: il risultato sul nucleare è netto, quindi il governo dovrà spingere per forza di cose sulle rinnovabili, mentre quello che accadrà sull'idrico è ancora tutto da valutare. Soprattutto tenendo conto che utility come Hera e Iren, sono comunque controllate dai Comuni e quindi dal settore pubblico.

Infine, c'è da domandarsi come mai Enel, il principale sostenitore del rilancio del nucleare, ieri non sia sceso a Piazza Affari (ha chiuso a -0,13 per cento): semplicemente perché la Borsa ha sempre considerato che i possibili vantaggi sarebbero arrivati per Enel solo nei prossimi anni, non essendo ancora stati individuati i possibili siti dove realizzare le nuove centrali.

Nel complesso, la Borsa ha vissuto una giornata interlocutoria. Caratterizzata da un certo nervosismo, sulla scia delle perdite registrate da Wall Street e Tokyo. A penalizzare i mercati sono stati i timori sul rallentamento della ripresa economica globale e sulla situazione del debito sovrano dell'Eurozona. In finale, Londra è avanzata dello 0,13%, Francoforte sale dello 0,22% e Parigi dello 0,07%.

A Milano, i titoli bancari hanno sostenuto il listino. Sono rimbalzati i titoli finanziari che avevano perso di più la settimana scorsa: Banco Popolare +1,26 e Bpm +0,24 per cento. Segno negativo per Unicredit che cede lo 0,13 per cento e per Ubi Banca -0,19 per cento.
(REPUBBLICA.IT)

lunedì 6 giugno 2011

Alfonso Quaranta, neo presidente della Corte Costituzionale: “Non si può bloccare referendum”

La Consulta non può bloccare i referendum. E’ l’opinione espressa da Alfonso Quaranta, neo presidente della Corte Costituzionale, che succede a Ugo De Siervo, il cui mandato è scaduto lo scorso 29 aprile. Quaranta ha parlato con i giornalisti subito dopo la sua elezione, affrontando il tema più caldo su cui si attende la pronuncia della Corte: “Personalmente ritengo che non sia nei poteri della Corte bloccare il referendum” sul nucleare, ha detto. La decisione arriverà comunque in tempi rapidi, già domani. (Fonte Repubblica.it)

Referendum: Pace, "il governo ha tentato di fare il furbo perchè non vuole rinunciare al nucleare"

Referendum: Pace, "il governo ha tentato di fare il furbo perchè non vuole rinunciare al nucleare"
"L'intento del governo era chiaro: evitare il referendum perchè il "sì" impedirebbe per anni di tornare a parlare di nucleare. Bloccare il quesito avrebbe voluto dire congelare la discussione per poi ritornarci con gli animi più distesi..." Il professor Alessandro Pace, autorevole costituzionalista nonchè tra i soci fondatori di Articolo21 commenta il responso della Cassazione che ha ammesso il quesito sul nucleare. "E ora - sottolinea Pace - dopo tanto tempo sottratto all'informazione referendaria le tv devono concedere ai quesiti tutto lo spazio possibile". 

La Cassazione ha deciso di ammettere il referendum sul nucleare. Su quali basi?
Ritengo che la Cassazione si sia convinta perchè è stato dimostrato che l'abrogazione di tutte le norme sottoposte al referendum avevano uno scopo politico, quello di evitare la consultazione. Questo è apparso chiaro alla Corte di Cassazione sia per il comportamento parlamentare del governo e della maggioranza che hanno respinto tutti i sub emendamenti e gli ordini del giorno nei quali si invitava il governo ad andare contro il nucleare, sia per la formulazione dell'Art.5 del Decreto Omnibus.

Il governo sostiene che l'articolo 5 abroga di fatto le norme relative al programma di produzione di energia nucleareNon è così o quantomeno solo in parte. L'articolo 5 è composto di 8 commi. I commi dal 2° al 7° abrogano effettivamente tali norme ma il 1° e l'8° vanno nel senso contrario.

Un comma che smentisce l'altro?Praticamente sì. Va detto che per interpretare una materia così complessa bisogna sempre guardare tutti gli articolati con attenzione (la chiamiamo "interpretazione sistematica"). Ciò che è risultato evidente è che questo articolo non avrebbe abrogato tout court le norme ma lasciava aperta la via al nucleare.

Materia difficile per i non addetti ai lavori, chiariamola ancora meglio. In che modo primo e ottavo comma rappresenterebbero una scappatoia?In maniera scoperta. Secondo il primo comma si sostiene che bisogna aspettare che, a livello europeo, vengano precisate le direttive in materia di sicurezza e che quindi in assenza di esse non si può andare avanti. All'ottavo comma però si specifica che questo deve avvenire entro dodici mesi, un tempo piuttosto breve. Trascorsi i dodici mesi laddove le direttive europee non vengano precisate il governo, sentite le commissioni parlamentari, il consiglio di stato e la conferenza stato ragioni, adotta autonomamente la strategia energetica nazionale.

Il sottosegretario allo Sviluppo economico Stefano Saglia a poche ore dalla decisione della Cassazione ha giudicato l'ammissione del referendum "un mostro giuridico e costituzionale". Secondo Saglia una delle due norme che si vorrebbero abrogare è quella che "obbliga il Governo ad assumere, entro 12 mesi, una strategia energetica nazionale". "Abrogandola - prosegue il sottosegretario - si sancisce che l`Italia non debba avere una politica energetica".Sbagliato. Il governo ha cercato di fare il furbo parlando di politica energetica con una formula generica e volutamente ambigua. Perchè, allora, dalle fonti energetiche previste dal comma 8 non è stata esclusa l'energia nucleare? Avrebbero potuto farlo... Pertanto adesso ci dovrà essere un nuovo intervento normativo e speriamo che questa volta sia costituzionalmente corretto, non come quello precedente.

Riassumento: il decreto omnibus è un'operazione di facciata?Esattamente, la definirei una operazione "ad pompam", ad effetto. Da un lato sembra perseguire l'abrogazione delle norme mentre in realtà persegue l'intento nucleare. D'altronde lo ha dichiarato chiaramente e candidamente lo stesso presidente del consiglio italiano in conferenza stampa con il presidente francese Sarkozy e lo ha ribadito il ministro allo sviluppo economico Romani. L'intento del governo è chiaro: evitiamo il referendum perchè il "sì" significherebbe che per anni non potremmo tornare a parlare di nucleare. Bloccare il referendum significa congelarlo per poi ritornarci quando gli animi sono più distesi...

Un intento chiaramente antirefendarioPer questo l'Italia dei Valori ha espresso una formale contestazione in un apposito ricorso per conflitto di attribuzioni tra poteri, ricorso depositato ieri la cui udienza di ammissibilità si terrà il 7 giugno prossimo.

Il broglio politico è stato sventato. C'è però un altro problema: l'informazione televisiva è fortemente deficitaria su referendum. Si corre il rischio di un broglio mediatico?Due dei ricorsi presentati contestano proprio la commissione parlamentare di vigilanza per i ritardi incredibili con cui si è mossa e per tutto il tempo che è stato sottratto all'informazione pubblica. Nei ricorsi si chiede una misura cautelare, quanto meno per concedere più spazio all'informazione referendaria almeno negli ultimi giorni.

Lei è ottimista sul raggiungimento del quorum?Si può essere ottimisti. Ogni referendum in più nella consultazione costituisce un grande vantaggio perchè è un traino per gli altri.
corradino@articolo21.info 

GIAPPONE: Il Governo raddoppia la stima della radioattività nell'ambiente


Il governo giapponese ha piu’ che raddoppiato le stime della quantita’ di radioattivita’ emessa dalla centrale nucleare di Fukushima e ha avvertito che potrebbe estendere la zona di evacuazione attorno alla centrale. Secondo i dati diffusi oggi dalla Agenzia per la Sicurezza Industriale, si stima ora che fra il terremoto dell’11 marzo e il 16 marzo la radioattivita’ dispersa dalla centrale sia arrivata a 770mila terabequerel. Ad aprile, quando l’incidente era stato alzato al massimo livello, il numero sette, era stata fatta una stima di 370mila terabequerel per lo stesso periodo. (Fonte Adnkronos)

lunedì 16 maggio 2011

Referendum nucleare: Alle urne il 60% dei sardi - il 98,14 vota SI

CAGLIARI - Per la prima volta dopo molti anni un referendum torna ad attirare alle urne la maggioranza degli elettori. Non è un referendum nazionale, ma quello consultivo convocato in Sardegna sul tema delle centrali nucleari. Alle 11 di questa mattina aveva votato infatti il 49,61% degli aventi diritto, mentre in base ai dati di 1.030 sezioni su 1.820, è andato alle urne il 59,96% degli aventi diritto. Era dal giugno del 2006, in occasione della scelta sulla devolution costituzionale, quando i votanti furono il 52,3% che non accadeva. In realtà in base alla legge regionale affinché la consultazione avesse effetto era sufficiente il pronunciamento del 33%, ma aver superato la metà degli aventi diritto ha un valore simbolico molto forte. Inoltre, come era facile da immaginare, il "no" al nucleare (ma sulla scheda bisognava votare sì) ha ottenuto un consenso schiacciante: su 451 sezioni scrutinate, pari al 25% delle 1.820 sezioni dell'Isola, i risultati parziali mostrano una netta prevalenza con il 98,14% delle preferenze.

Nel caso la Corte di Cassazione non giudicasse sufficiente la moratoria stabilita nelle setimane scorse dal governo sui progetti di ritorno all'energia atomica, il voto potrebbe ripetersi anche su scala nazionale. Tornare a centrare il quorum anche il 12 e 13 giugno avrebbe un effetto deflagrante, visto che oltre all'eventuale conferma del quesito sul nucleare si decide anche in materia di privatizzazione dell'acqua e legittimo impedimento. 

Non a caso il dato sull'affluenza alle urne in Sardegna è stata accolta con grande soddisfazione dalle opposizioni. "Il superamento non solo del quorum, ma anche della metà degli aventi diritto al voto nel referendum consultivo sul nucleare in Sardegna, è la conferma indiretta ma evidente che il tentativo del governo Berlusconi di cancellare pro-tempore le norme sul programma nucleare è una truffa a danno dei cittadini per scongiurare il referendum nazionale di giugno", dichiarano i senatori del Pd Roberto Della Seta e Francesco Ferrante. "A questo punto - aggiungono - è tanto più importante impedire lo scippo del referendum e contrastare il silenzio imposto sui temi referendari in gran parte di media". 

"Dalla Sardegna viene un segnale incoraggiante per l'intero Paese - sottolinea il portavoce dell'Italia dei Valori, Leoluca Orlando - Il raggiungimento del quorum dimostra che la scelta nuclearista del governo è scellerata ed errata. Il voto sardo è un magnifico viatico per la consultazione referendaria del 12 e 13 giugno. Tutti i cittadini devono andare a votare in massa quattro sì perché il Paese non è chiamato ad esprimere un voto per eleggere qualcuno, ma è chiamato ad esprimere un progetto per le future generazioni".

Entusiasmo anche da parte delle associazioni ambientaliste. "Nonostante il silenzio di molti media - sostiene Vittorio Cogliati Dezza di Legambeinte - l'enorme affluenza al voto in Sardegna conferma la volontà dei cittadini di partecipare concretamente alle scelte per il proprio futuro non solo energetico". Il superamento del quorum, osserva ancora, rappresenta "il raggiungimento di un obiettivo per nulla facile" che "ci esorta a continuare con più forza la nostra battaglia per un futuro pulito, sicuro e partecipato perché, senza possibilità di equivoco, il primo risultato ottenuto oggi è quello della volontà dei cittadini". (REPUBBLICA.IT)

domenica 15 maggio 2011

Fukushima: fusione nucleare, danni permanenti all’ambiente e morti sospette

La Tepco realizzerà un sarcofago. Greenpeace: «è allarme nei mari». Aiea: «in 2/3 anni cesio radioattivo in tutto il Pacifico»
Fukushima: fusione nucleare, danni permanenti all’ambiente e morti sospette
Roma, 15 maggio 2011 – «Le sfere di combustibile si sono probabilmente fuse e sono cadute», ha spiegato tre giorni fa in una conferenza stampa Junichi Matsumoto, general manager dell'impianto nucleare di Fukushima, «e nel processo possono aver danneggiato la vasca di contenimento e creato un buco. Dev’esserci una perdita importante». Il tecnico giapponese ha annunciato il fatto con la stessa serafica calma di quando si annuncia un temporale, peccato che la pioggia che forse cadrà sarà possibile pioggia acida, anzi radioattiva.
La Tepco, Tokyo Electric Power Co., il gestore dell’impianto di Fukushima, nei giorni scorsi ha infatti annunciato una nuova consistente perdita di acqua radioattiva dal reattore n. 1, che potrebbe essersi parzialmente fuso dopo essere rimasto esposto senza refrigerazione per la mancanza di acqua. I tecnici della Tepco hanno scoperto che il livello dell'acqua nella vasca pressurizzata che contiene le barre di uranio è calato di almeno cinque metri sotto il livello previsto per coprire le barre in condizioni normali. «Tuttavia», hanno spiegato, «la temperatura relativamente bassa del contenitore esterno farebbe pensare che il materiale combustibile sia scivolato sul fondo e continui quindi ad essere raffreddato dal liquido rimanente».
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L’uso del condizionale è il chiaro sintomo che i responsabili dell’impianto, tutti quelli che stanno operando per ripristinare la sicurezza nell’area, e persino forse i responsabili del governo giapponese, continuano a non sapere esattamente cosa sia successo e cosa «probabilmente» stia succedendo. O, peggio, lo sanno perfettamente e l’intenzione è quella di rassicurare la popolazione giapponese e il mondo intero con frasi dai toni narcotici. In realtà, l’allarme in tutto il mondo è ben più forte di quello che volutamente stanno diffondendo in Giappone, e questo lascia solo tanta tristezza per le centinaia di migliaia di sfollati che sono direttamente interessati dai gravi pericoli cui la loro salute (forse le loro stesse vite) è sottoposta.
Intanto, è notizia di ieri, è morto un tecnico di sessant’anni. Si è accasciato a terra un’ora dopo l’inizio del turno: «come ogni mattina nelle ultime settimane», raccontano le cronache, «aveva iniziato il suo turno nella centrale di Fukushima alle 6.00 in punto, bardato di maschera, tuta protettiva, guanti e stivali contro le radiazioni. Dopo appena un’ora di lavoro, mentre trasportava alcuni attrezzi in un locale dell’impianto, colto da un improvviso malore si è accasciato a terra ed è svenuto». Trasferito d’urgenza all’ospedale di Iwaki, lo sconosciuto “liquidatore” della Tepco (non si conosce, infatti il nome) è deceduto senza aver ripreso conoscenza. Ignote le cause del decesso.
Greenpeace lancia l'allarme per le alghe radioattive. I risultati delle analisi condotte nei giorni scorsi dalla Rainbow Warrior e da un team terrestre, hanno portato l'associazione a rivelare che i campioni di alghe prelevati nell'area di Fukushima sono altamente contaminati. Per l'ufficio giapponese in questo momento è fondamentale poter fornire alla popolazione dati indipendenti sul rischio da radiazione. «Il Governo sta diffondendo ben poche informazioni e non ha ancora iniziato un monitoraggio preciso della contaminazione degli organismi in mare».
 «In Giappone», dice Giorgia Monti, responsabile della campagna Mare di Greenpeace Italia, «sono tutti molto preoccupati perché il pesce è centrale nella loro dieta, ma a essere preoccupate sono soprattutto le popolazioni costiere la cui economia si basa proprio sul mare. Tra poco inizierà la stagione della raccolta delle alghe e ancora nessuno sa cosa succederà. Per non parlare dei pescatori, che in questi giorni quasi non escono in mare in attesa di sapere cosa devono fare.
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Per l'Agenzia internazionale per l'energia atomica (AIEA), entro due anni l'acqua radioattiva sversata dalla centrale di Fukushima potrebbe raggiungere la costa occidentale degli Stati Uniti d'America. In base ad analisi provenienti dal Giappone e da altre fonti, l'acqua contaminata potrebbe espandersi in tutto l'Oceano Pacifico, attraverso la corrente di Kuroshio, e raggiungere la costa nord-americana già entro l'anno prossimo. Nei prossimi due o tre anni secondo l'AIEA tracce di cesio 134 e 137 potrebbero essere ritrovate lungo tutte le coste del Pacifico.
Dal governo giapponese, che ha deciso di abbattere tutti i capi di bestiame presenti nel raggio di venti chilometri dall'impianto nucleare, arriva, invece, l’ok definitivo per il sostegno al gestore dell’impianto: la Tokyo Energy Power Co., ha in programma la costruzione di un sarcofago per coprire l’edificio che contiene  i  reattori gravemente  danneggiati all’impianto  n.1, come hanno annunciato gli stessi funzionari della società due giorni fa. Sarà destinato a prevenire la diffusione  di materiale radioattivo dai reattori che hanno subito danni a causa delle esplosioni di idrogeno subito dopo il terremoto e lo tsunami verificatisi l'11 marzo in Giappone. Il lavoro iniziale per eliminare i detriti e creare un percorso per le gru è stato fatto il 13 maggio. I vertici della Tepco hanno detto che «sperano» di iniziare la costruzione effettiva nel mese di giugno e completare il tetto entro agosto.
di Paolo Della Ventura (www.ilcapoluogo.com)
(foto: Getty, Ajw, Greenpeace)

EMERGENZA NUCLEARE: FALLA IN REATTORE 1 FUKUSHIMA, TEPCO PREPARA "SARCOFAGO"

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(AGI) - Roma, 14 mag. - Torna l'allarme nucleare alla centrale Fukushima Daiichi, danneggiata l'11 marzo dopo il terremoto e lo tsunami. Sono passati due mesi, ma di fatto i pericoli ci sono ancora tutti, incluso quello di continuare a contaminare con acqua radioattiva l'Oceano. Lo stato del reattore numero 1 desta grosse preoccupazioni: i tecnici della Tepco hanno rilevato che manca l'acqua necessaria a coprire le barre del combustibile nucleare. E mancherebbe per via di un buco nella campana di contenimento del reattore causato dalla fusione delle barre nucleari, precipitate sul fondo e ora scoperte. La conferma viene dal ministro dell'Economia del Commercio e dell'industria, Banri Kaieda, che ha detto ai microfoni del nerwork giapponese Nhk, che "l'acqua pompata all'interno del reattore numero 1 fuoriesce a causa di uno o piu' buchi provocati dalla fusione". I tecnici Tepco hanno calcolato che il livello dell'acqua e' di 5 metri al di sotto delle barre, nonostante ne siano pompate ogni ora 8 tonnellate. Nel bollettino di ieri la Tepco ha detto che ha iniziato a realizzare un sarcofago per contenere il reattore n.1 come avvenne nel 1986 a Chernobyl, al fine di impedire all'acqua radioattiva di fuoriuscire provocando danni incalcolabili per l'ambiente. (AGI) Cau/Ub.
MA L'INFORMAZIONE ITALIANA DOV'E'? PERCHE' IL SECONDO INCIDENTE NUCLEARE DELLA STORIA E' SCOMPARSO DALL'AGENDA GIORNALIERA DEI GIORNALI E TELEGIORNALI ITALIANI?

sabato 14 maggio 2011

Nuovo allarme fusione a Fukushima, si abbatte il bestiame

Lavoratori Fukushima anteprima 450x300 277814 Solidarietà con i lavoratori di Fukushima


La Tepco ha annunciato una nuova, consistente perdita di acqua radioattiva dal reattore n. 1 della centrale di Fukushima, che potrebbe essersi parzialmente fuso. Tuttavia, la temperatura relativamente bassa del contenitore esterno lascerebbe pensare che il materiale combustibile sia scivolato sul fondo e continui dunque ad essere raffreddato dal liquido rimanente. Intanto, il governo ha deciso di abbattere tutti capi di bestiame presenti entro il raggio di venti chilometri dall’impianto nucleare. (Fonte AGI)

UE, nessun accordo su Stress test centrali nucleari

conto correnti ue nuova inchiesta Conti correnti: nuova inchiesta Ue



Nessun accordo oggi sui criteri e le modalita’ degli stress test per i 143 impianti nucleari europei: gli esperti delle 27 autorita’ nazionali responsabili della sicurezza nucleare, riuniti a Bruxelles, ”hanno fatto progressi, ma non hanno raggiunto – ha riferito la Commissione Ue – nessuna decisione finale”. Il commissario Ue all’energia Gunter Oettinger ha deciso di riconvocare una nuova riunione del gruppo Ensreg il 19 e il 20 maggio a Praga.
La discussione tra i 27 stati membri – precisa la Commissione Ue – ”proseguira’ anche a livello tecnico”. L’allungamento dei tempi non preoccupa piu’ di tanto Oettinger: ”il contenuto e’ piu’ importante della tabella di marcia. L’opinione pubblica si aspetta stress test credibili per coprire una vasta gamma di rischi e di questioni di sicurezza. Ed e’ su questo che stiamo lavorando”, ha dichiarato il commissario tedesco, determinato a non mettere la sua firma sotto test di resistenza che non siano adeguati alle problematiche sollevate dal disastro nucleare giapponese.
In particolare, Oettinger ritiene che le 143 centrali nucleari europee debbano essere messe alla prova anche per far fronte a rischi di attacchi terroristici, incluso l’eventualita’ di aerei kamikaze, sull’esempio dell’attacco alle Torri gemelle dell’11 settembre 2001 a New York.
Oltre al rischio terrorista, il commissario chiede che i test di resistenza tengano conto anche dei rischi del fattore umano, delle catastrofi naturali e dell’eventualita’ di incidenti. Ma la determinazione del commissario si scontra con le resistenze di molti paesi. La Francia, che ospita ben 55 centrali nucleari sul proprio territorio, e’ contraria in particolare ad includere nei test gli attacchi aerei e terroristici. I rischi dovuti ad attacchi terroristici e alla possibile caduta (anche accidentale) di aerei su un reattore sono gia’ stati tenuti in conto da Bruxelles, a partire dall’11 settembre 2001, in tutti i casi di approvazione e finanziamento per nuove centrali nucleari.
Il loro inserimento negli standard comuni terrebbe quindi conto di una prassi gia’ seguita, ma si scontra con problemi relativi alla sicurezza nazionale di ciascun stato membro. Il vertice Ue del marzo scorso, che ha lanciato gli stress test, non ha fissato una scadenza precisa per la loro attuazione. L’ambizione pero’ e’ di riuscire a raggiungere l’accordo tra i 27 al Consiglio dei ministri dell’Energia, il 10 giugno prossimo a Lussemburgo. (ANSA).