ERA NUCLEARE (ORA NON LO E' PIU')

ERA NUCLEARE (ORA NON LO E' PIU')

martedì 14 giugno 2011

GRAZIE ITALIA! NUCLEARE ADDIO X SEMPRE E CON TE ADDIO ALLA CULTURA DELLA MORTE COME PROFITTO

Quorum raggiunto. Nucleare addio per sempre


News - 13 giugno, 2011
Grazie Italia! Grazie ai milioni di cittadini che ieri e oggi sono andati a votare al Referendum contro il nucleare, abbiamo raggiunto il Quorum. Nonostante le manovre del Governo e nonostante la scarsa attenzione della televisione, ce l’abbiamo fatta.

Gli italiani hanno dimostrato grande responsabilità e hanno ribadito - votando in massa al Referendum - di volere decidere del proprio futuro, in particolare su un tema come quello del nucleare che impegnerebbe il Paese per centinaia di anni.

Raggiungere il quorum ai Referendum, per la prima volta dopo sedici anni, è un risultato storico. Solo poche settimane fa sembrava una sfida impossibile.
Noi di Greenpeace siamo fieri di essere stati in prima linea in questa campagna.
Orgogliosi di aver sostenuto la protesta de ipazzisietevoi.org.
Felici di aver contributo alla vittoria della società civile, dei Comitati, delle associazioni e delle centinaia di migliaia di persone che spontaneamente si sono mobilitate sul territorio e attraverso il web per informare e convincere gli elettori dell'importanza di andare a votare.

Sono passati quasi venticinque anni dal Referendum del 1987 e l'Italia ribadisce ancora e definitivamente il proprio No al Nucleare. Ora è il momento di una rivoluzione energetica. Facciamo ripartire l’Italia con le rinnovabili e l’efficienza energetica.

I PRIMI EFFETTI POSITIVI DEL REFERENDUM

Referendum, la Borsa va in anticipo
boom dei titoli delle energie alternative

Il mercato scommette sin dalla mattina sull'ottenimento del quorum: in una giornata di stallo dei listini, corrono Enel Green Power e le piccole società delle rinnovabili, ma anche le aziende del settore idroelettrico

di LUCA PAGNI MILANO - Anche la Borsa festeggia il risultato del referendum. In una giornata priva di spunti e con Piazza Affari che ha chiuso in sostanziale pareggio (-0,1% a fine giornata per l'indice principale), hanno brillato le società quotate attive nel settore delle energie rinnovabili.

Ma cosa ha portato gli operatori a comprare titoli della green economy? Di sicuro, non è stato l'improvvisa consapevolezza di una coscienza verde anche tra gli investitori professionali. Più che altro, si è trattato di una mossa speculativa azzeccata. Dando per scontato l'esito favorevole del referendum contro il nucleare, già questa mattina subito dopo l'apertura, gli operatori hanno cominciato a comprare azioni delle rinnovabili. Scommettendo, di fatto, sul raggiungimento del quorum.

Una scommessa azzeccata. Ne hanno beneficiato tutte le aziende che fanno di solare ed eolico la loro attività principale. A cominciare da Enel Green Power, la principale società del settore in cui l'ex monopolista elettrico ha raccolte tutte le attività nelle "energie verdi": a fine seduta i titoli hanno chiuso a + 1,41%, dopo essere saliti nel corso della giornata anche del 3 per cento. Del referendum hanno tratto beneficio anche società a capitalizzazione più modesta, alcune con guadagni a doppia cifra: Falck Renewables è salita dell'1,51 per cento, Alerion +3,16 per cento, TerniEnergia +3,31 per cento. ErgyCapital +14,24 per cento, Kr Energy +15,62 per cento, Eems +7,82 per cento, Kerself +14,04 per cento.

Ma il mercato ha premiato anche le società del settore elettrico che dispongono di impianti idroelettrici, come Edison (+3,57 per cento) e la controllante A2a (+1,63%). Più difficile, invece, interpretare gli orientamenti della Borsa nei confronti delle società attive nel settore idrico. Le due utility principali, l'emiliano-romagnola Hera e Iren (attiva in Liguria, Piemonte ed Emilia) sono prima calate, perdendo un paio di punti percentuali, salvo poi recuperare a fine seduta attorno alla parità. Spiegazione: il risultato sul nucleare è netto, quindi il governo dovrà spingere per forza di cose sulle rinnovabili, mentre quello che accadrà sull'idrico è ancora tutto da valutare. Soprattutto tenendo conto che utility come Hera e Iren, sono comunque controllate dai Comuni e quindi dal settore pubblico.

Infine, c'è da domandarsi come mai Enel, il principale sostenitore del rilancio del nucleare, ieri non sia sceso a Piazza Affari (ha chiuso a -0,13 per cento): semplicemente perché la Borsa ha sempre considerato che i possibili vantaggi sarebbero arrivati per Enel solo nei prossimi anni, non essendo ancora stati individuati i possibili siti dove realizzare le nuove centrali.

Nel complesso, la Borsa ha vissuto una giornata interlocutoria. Caratterizzata da un certo nervosismo, sulla scia delle perdite registrate da Wall Street e Tokyo. A penalizzare i mercati sono stati i timori sul rallentamento della ripresa economica globale e sulla situazione del debito sovrano dell'Eurozona. In finale, Londra è avanzata dello 0,13%, Francoforte sale dello 0,22% e Parigi dello 0,07%.

A Milano, i titoli bancari hanno sostenuto il listino. Sono rimbalzati i titoli finanziari che avevano perso di più la settimana scorsa: Banco Popolare +1,26 e Bpm +0,24 per cento. Segno negativo per Unicredit che cede lo 0,13 per cento e per Ubi Banca -0,19 per cento.
(REPUBBLICA.IT)

lunedì 6 giugno 2011

Alfonso Quaranta, neo presidente della Corte Costituzionale: “Non si può bloccare referendum”

La Consulta non può bloccare i referendum. E’ l’opinione espressa da Alfonso Quaranta, neo presidente della Corte Costituzionale, che succede a Ugo De Siervo, il cui mandato è scaduto lo scorso 29 aprile. Quaranta ha parlato con i giornalisti subito dopo la sua elezione, affrontando il tema più caldo su cui si attende la pronuncia della Corte: “Personalmente ritengo che non sia nei poteri della Corte bloccare il referendum” sul nucleare, ha detto. La decisione arriverà comunque in tempi rapidi, già domani. (Fonte Repubblica.it)

Referendum: Pace, "il governo ha tentato di fare il furbo perchè non vuole rinunciare al nucleare"

Referendum: Pace, "il governo ha tentato di fare il furbo perchè non vuole rinunciare al nucleare"
"L'intento del governo era chiaro: evitare il referendum perchè il "sì" impedirebbe per anni di tornare a parlare di nucleare. Bloccare il quesito avrebbe voluto dire congelare la discussione per poi ritornarci con gli animi più distesi..." Il professor Alessandro Pace, autorevole costituzionalista nonchè tra i soci fondatori di Articolo21 commenta il responso della Cassazione che ha ammesso il quesito sul nucleare. "E ora - sottolinea Pace - dopo tanto tempo sottratto all'informazione referendaria le tv devono concedere ai quesiti tutto lo spazio possibile". 

La Cassazione ha deciso di ammettere il referendum sul nucleare. Su quali basi?
Ritengo che la Cassazione si sia convinta perchè è stato dimostrato che l'abrogazione di tutte le norme sottoposte al referendum avevano uno scopo politico, quello di evitare la consultazione. Questo è apparso chiaro alla Corte di Cassazione sia per il comportamento parlamentare del governo e della maggioranza che hanno respinto tutti i sub emendamenti e gli ordini del giorno nei quali si invitava il governo ad andare contro il nucleare, sia per la formulazione dell'Art.5 del Decreto Omnibus.

Il governo sostiene che l'articolo 5 abroga di fatto le norme relative al programma di produzione di energia nucleareNon è così o quantomeno solo in parte. L'articolo 5 è composto di 8 commi. I commi dal 2° al 7° abrogano effettivamente tali norme ma il 1° e l'8° vanno nel senso contrario.

Un comma che smentisce l'altro?Praticamente sì. Va detto che per interpretare una materia così complessa bisogna sempre guardare tutti gli articolati con attenzione (la chiamiamo "interpretazione sistematica"). Ciò che è risultato evidente è che questo articolo non avrebbe abrogato tout court le norme ma lasciava aperta la via al nucleare.

Materia difficile per i non addetti ai lavori, chiariamola ancora meglio. In che modo primo e ottavo comma rappresenterebbero una scappatoia?In maniera scoperta. Secondo il primo comma si sostiene che bisogna aspettare che, a livello europeo, vengano precisate le direttive in materia di sicurezza e che quindi in assenza di esse non si può andare avanti. All'ottavo comma però si specifica che questo deve avvenire entro dodici mesi, un tempo piuttosto breve. Trascorsi i dodici mesi laddove le direttive europee non vengano precisate il governo, sentite le commissioni parlamentari, il consiglio di stato e la conferenza stato ragioni, adotta autonomamente la strategia energetica nazionale.

Il sottosegretario allo Sviluppo economico Stefano Saglia a poche ore dalla decisione della Cassazione ha giudicato l'ammissione del referendum "un mostro giuridico e costituzionale". Secondo Saglia una delle due norme che si vorrebbero abrogare è quella che "obbliga il Governo ad assumere, entro 12 mesi, una strategia energetica nazionale". "Abrogandola - prosegue il sottosegretario - si sancisce che l`Italia non debba avere una politica energetica".Sbagliato. Il governo ha cercato di fare il furbo parlando di politica energetica con una formula generica e volutamente ambigua. Perchè, allora, dalle fonti energetiche previste dal comma 8 non è stata esclusa l'energia nucleare? Avrebbero potuto farlo... Pertanto adesso ci dovrà essere un nuovo intervento normativo e speriamo che questa volta sia costituzionalmente corretto, non come quello precedente.

Riassumento: il decreto omnibus è un'operazione di facciata?Esattamente, la definirei una operazione "ad pompam", ad effetto. Da un lato sembra perseguire l'abrogazione delle norme mentre in realtà persegue l'intento nucleare. D'altronde lo ha dichiarato chiaramente e candidamente lo stesso presidente del consiglio italiano in conferenza stampa con il presidente francese Sarkozy e lo ha ribadito il ministro allo sviluppo economico Romani. L'intento del governo è chiaro: evitiamo il referendum perchè il "sì" significherebbe che per anni non potremmo tornare a parlare di nucleare. Bloccare il referendum significa congelarlo per poi ritornarci quando gli animi sono più distesi...

Un intento chiaramente antirefendarioPer questo l'Italia dei Valori ha espresso una formale contestazione in un apposito ricorso per conflitto di attribuzioni tra poteri, ricorso depositato ieri la cui udienza di ammissibilità si terrà il 7 giugno prossimo.

Il broglio politico è stato sventato. C'è però un altro problema: l'informazione televisiva è fortemente deficitaria su referendum. Si corre il rischio di un broglio mediatico?Due dei ricorsi presentati contestano proprio la commissione parlamentare di vigilanza per i ritardi incredibili con cui si è mossa e per tutto il tempo che è stato sottratto all'informazione pubblica. Nei ricorsi si chiede una misura cautelare, quanto meno per concedere più spazio all'informazione referendaria almeno negli ultimi giorni.

Lei è ottimista sul raggiungimento del quorum?Si può essere ottimisti. Ogni referendum in più nella consultazione costituisce un grande vantaggio perchè è un traino per gli altri.
corradino@articolo21.info 

GIAPPONE: Il Governo raddoppia la stima della radioattività nell'ambiente


Il governo giapponese ha piu’ che raddoppiato le stime della quantita’ di radioattivita’ emessa dalla centrale nucleare di Fukushima e ha avvertito che potrebbe estendere la zona di evacuazione attorno alla centrale. Secondo i dati diffusi oggi dalla Agenzia per la Sicurezza Industriale, si stima ora che fra il terremoto dell’11 marzo e il 16 marzo la radioattivita’ dispersa dalla centrale sia arrivata a 770mila terabequerel. Ad aprile, quando l’incidente era stato alzato al massimo livello, il numero sette, era stata fatta una stima di 370mila terabequerel per lo stesso periodo. (Fonte Adnkronos)